01/08/11

9-11-2001/9-11-2011, in memory of Melissa Doi


Celebro a poco più di un mese dai dieci anni di un anniversario storico e drammatico, il famigerato 11 settembre del 2001.
E lo celebro con un po' di immagini che rimandano a quel tempo: le prime pagine di molti giornali di svariate parti del mondo.
Conservavo questo materiale in un mio vecchio cd e riguardandolo ho pensato subito alla paura, al dolore, al disorientamento, ma anche alla fredda e necessaria valutazione dei fatti, asettica dalle emozioni, che ogni giornale in frangenti come questi deve fornire a tutti coloro che sono in cerca di una ragione. La ragione, cioè la possibilità di pensare stabilendo rapporti e legami tra i concetti, di riuscire a dare un giudizio sapendo distinguere fra il vero e il falso, fra il giusto e l'ingiusto.
Riguardando oggi quelle prime pagine ho rivissuto il modo con il quale ciascuno di noi, allora, tentò un confronto sui fatti attraverso un titolo, un sommario, una foto, un editoriale. L'uomo che chiede aiuto a sé stesso (lettore-giornalista) per cercare anche solo uno spiraglio di ragione di fronte a tanto sconvolgimento e coinvolgimento emotivo.
SONO PASSATI DIECI ANNI.
E' cambiato molto il mondo da allora e molto sono cambiate anche le nostre vite.
Tento di immaginare se o come sarebbe stato diverso se ci fossero già stati gli strumenti di comunicazione libera e globale come Twitter e Facebook.
Tento di immaginare che forse molte informazioni, che per un certo movimento di interpretazione restano ancora misteriose, in alcuni fatti avrebbero potuto trovare risposte dai filmati dei possessori di cellulari provvisti di telecamere.
Insomma, tento di immaginare molte cose, anche se l'esercizio, a celebrazione di un fatto compiuto, risulta pressoché inutile.

Nel filmato montato con lo stesso materiale al termine ho inserito gli appelli drammatici di Melissa Doi, prigioniera del fumo e delle fiamme oltre l'ottantesimo piano di una delle Twin Tower e che tenta di spiegare alla donna del centralino dei vigili del fuoco che il pavimento era oramai troppo caldo per immaginare di poter aspettare oltre quei soccorsi che le promettevano imminenti: "Per favore non mi lasci, sento che sto per morire, fa molto molto molto caldo"!
Melissa Doi
Dedico a lei questo post e la clip e la data dell'11 settembre del 2011.
A Melissa, che eleggo rappresentante di tutte le vittime innocenti della follia di pochi.
Perché dieci anni dopo, il mondo è diventato più piccolo, è solo come una casa di cinque piani con tutti i servizi in comune come trasporti, economia, acqua, energia, comunicazione, cibo... E allora forse ci conviene immaginare che se qualcuno rompe l'ascensore, tutto il palazzo ne soffre.

Moltissime cose invece non sono mai cambiate, anzi, tutto sembra restato immobile. Vorrei non parlarne per rispetto a Melissa, ma qualcosa voglio ricordarla: Israele e Palestina, dieci anni, nessun passo in avanti; in alcune zone dell'Africa la fame e le guerre che tornano ciclicamente, fanno tragedie e morti come se ricalcassero la perenne, costante e drammatica migrazione degli animali del Serengeti; la politica e il governo italiano sono gli stessi di allora, come pochissimi e discussi stati possono vantare, e la povera Italia si ritrova più disoccupata, più povera, più paralizzata, più politicocentrica, più clientelistica, più corrotta, lontana oltre ogni immaginazione dai Paesi che nel 2001 la annoveravano fra le 9 potenze più industrializzate del mondo.
Ecco, dieci anni dopo quella data drammatica spero che molti oggi pensino che se il mondo è più piccolo, quindi più agile e veloce, ad amministrare ci vorrebbe sempre chi ha a cuore tutto il palazzo di cinque piani nel quale abitiamo tutti e non l'appartamentino che gli è stato assegnato pieno di suoi soprammobili preziosi. Perché questo comportamento crea molti problemi e qualche volta vittime innocenti come Melissa