26/03/12

Valdicastro, come fanno i marchigiani





Conosco bene la mia regione di nascita, le Marche, e soprattutto la parte che comprende la "frontiera" fra la provincia di Macerata e di Ancona. E ogni volta che ci torno mi sorprendo a fare sempre le stesse considerazioni in un misto di nostalgia e sorpresa, perché i luoghi che si estendono dolci e curati davanti ai miei occhi, ogni volta, ma proprio ogni volta, mi raccontano di uno dei pregi dei marchigiani: sei libero di fare tutto, proprio tutto, ma con il rispetto delle regole, dell'armonia e dell'eleganza che servono a far del posto che si è deciso di accudire, un luogo salvaguardato per la felicità della natura e poi reso bello per la felicità degli occhi di tutti.

Come fanno i marchigiani?
Semplice: lavorano tantissimo, con passione e responsabilità.
Con Maria ci siamo inerpicati nella parte di appennino che divide le valli del maceratese fra Cingoli e Apiro con la parte che va dai comuni di Matelica e di Fabriano. In mezzo Monte San Vicino (1400 metri sul livello del mare), uno spettacolo della natura.
Ma la storia che volevo raccontare era un'altra.
Per due notti, siamo stati ospitati in un luogo che definire fuori dal comune è poco.
Il luogo è un bellissimo altipiano a 650 metri di altezza che si chiama Valdicastro, 1000 ettari di pascoli e boschi e dove al centro c'è un'abbazia fondata fra il 1005 e il 1009 da S. Romualdo.
L'abbazia mantenne grande autorità e prestigio sino alla metà del '400, dopo di che ebbe inizio un lento declino.
E il privato e proprietario attuale che l'ha fatta rinascere tutta da solo si chiama Filippo Zenobi. 
Filippo mi ha raccontato di come il restauro integrale di questa opera gigantesca ebbe inizio nel 1996 per terminare 10 anni dopo. 
Nei suoi occhi , mentre raccontava di questo imponente lavoro e dei numerosi interventi e di sistemi antisismici adottati, quasi si riuscivano a vedere cadere le pietre che, una per una, si incastravano nella magìa della ricostruzione.

Ora l'abbazia è trasformata in un unico e straordinario luogo di accoglienza per coloro che rispettano e danno valore alla natura incontaminata e sana. Ma c'é di più, la chiesa, anch'essa completamente ricostruita ha parti ancora risalenti all'epoca della sua edificazione, compresi alcuni affreschi che ne arricchiscono le pareti, mentre tutta la struttura monastica conserva ancora le stanzette o "celle" dei frati presenti allora e le stanze di vita comune e di preghiera, i corridoi e il chiostro.
Quello che succede a chi ha la fortuna di conoscere questo luogo, come è accaduto a Maria e me, è appunto di ritrovarsi in un posto che si pensava non potesse esistere più, dove al mattino ti svegli con il sole che sorge e entra dalle finestre della stanza come accadeva ai frati nel XI secolo  e dove poi, i primi sguardi sono destinati ai prati e ai boschi che circondano l'abbazia.
E qui accade una cosa strana, ti guardi intorno e vedi la natura, bella, potente, unica, ma che esige amore, e il miracolo della natura si unisce all'atmosfera di rispetto di chi scelse, mille anni fa, una vita di preghiere e di lavoro.
Poi il cibo che Filippo ci ha offerto di consumare garantendo sulla genuinità di tutti i suoi prodotti, raccontandoci di come mucche, pecore, maiali, lì a Valdicastro, vivano liberi dai recinti e dai mangimi, nutrendosi solo di quello che il territorio regala essi, e di come animali, prati, boschi e acqua, fanno un cerchio perfetto nella delicata  geometria ecologica dell'altipiano. Poi ancora abbiamo percepito forte, la fierezza  di chi sa come parlare alla natura e sa sentirsi integrato in tanta armonia. E con Maria, che eravamo lì a mangiare, ci siamo saziati di quelle parole che poi sono diventate veri sapori, veri profumi e vero piacere.


Poi, ancora, cinque sorgenti danno acqua a volontà e l'energia  elettrica autoprodotta...
Bravo Filippo, protettore del suo piccolo feudo indipendente e dal quale ho appreso in due giorni che un mondo bello e genuino ancora esiste.
Infine, quando, con mille rimpianti, siete pronti a partire per tornare nel mondo comune, passate per la loro macelleria e a prezzi da produttore, portate via quelle cose buonissime che sanno fare solo loro e i loro sani animali.
Come fanno i marchigliani?
Andate a Valdicastro e lo capirete conoscendo Filippo Zenobi.
www.valdicastro.it

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