20/03/11

D'Annunzio scrive agli italiani del Sud America

Amo i libri antichi, mi servono a tenere vivo il rapporto con la tipografia tradizionale, ma soprattutto mi suscitano quell'emozione per la quale un libro stampato resterà per sempre.
Ho acquistato questo libro a Porta Portese a Roma, si chiama Sud America -Note ed impressioni di viaggio di Corrado Zoli, data di pubblicazione 1927.
Il libro è ben scritto, anche se è forte nell'autore lo stile dell'epoca che esigeva una prosa eroica e ridondante. Con questo volume Zoli racconta del Sud America con dovizia di riferimenti culturali e storici, illustrati con foto e cartine geografiche particolareggiate. Ma quello che più mi ha colpito è posto all'inizio del libro: "il messaggio per gli Italiani del Sud America affidato all'Autore da Gabriele d'Annunzio", non ricomposto in caratteri di stampa ma presentato come manoscritto su fogli intestati Reggenza Italiana del Carnaro-il Comandante.
Tento di trascriverlo qui di seguito, anche perché, nell'anno dei 150 anni dell'unità d'Italia, un po' di amor patrio anche se enfatico non fa male.


D’Annunzio escreve aos italianos da América do Sul


Amo os livros antigos, eles mantêm viva a minha relação com a tipografia tradicional, mas sobretudo me transmitem aquela emoção em saber que um livro impresso restará para sempre.
Comprei esse livro em Porta Portese, Roma, o título é América do Sul -  Notas e impressões de viagem de Corrado Zoli, publicado em 1927. É um livro bem escrito, apesar do estilo da época que exigia uma prosa heróica e redundante. Neste volume, Zoli apresenta a América do Sul com muitas referências culturais e históricas, ilustradas com fotos e mapas detalhados. Mas o que mais me impressionou está no início do livro: “ mensagem para os italianos da América do Sul escrito por Gabriele d’Annunzio, não reescrito em caracteres de impressão, mas apresentado como manuscrito sobre papel officia da Regência Italiana de Carnaro – O Comandante. 
Tentarei de transcrevê-lo aqui, mesmo porque, no ano em que se comemora os 150 anos da unidade da Italia, um pouco de amor pátrio mesmo se enfático, não faz mal a ninguém.




Agli Italiani delle Repubbliche Latine.
Fratelli, il messaggero della nostra fede nazionale, il portatore della nostra sempre alta speranza, ha un nome ben noto fra i combattenti.
E' il capitano Corrado Zoli, ufficiale di quella Terza Armata che spinse la battaglia più oltre verso levante, ha il saliente del Faiti e il saliente della via vecchia di Trieste, oltre quel Timavo dove nacque la santità di quella bandiera che servì di capezzale a Giovanni Randaccio moribondo e servì di làbaro al grande sacrifizio fiumano.
Noi Legionari di Ronchi proseguimmo verso levante la marcia dell'Italia vittoriosa, continuammo il nostro sforzo carsico di là dal Timavo.
E, partiti da un cimitero colmo di fanti, finimmo col seppellire i nostri morti del rosso Natale in una dolina cristiana che somigliava quei selvaggi crateri dove nella prima guerra il fango era sangue e il sangue era splendore.
Quello splendore della Patria fu veduto da voi figli remoti meglio che dai prossimi.
Vi basterà alzare la fronte dalle fatiche o dai negozii per scorgere sopra l'Oceano la faccia della Patria lontana ravvicinata da quello splendore.
Così voi lo vedeste riaccendersi sul Carnaro, quando gli Italiani dell'altra sponda chiudevano gli occhi o volgevano il capo.
Nell'una ora e nell'altra, accorreste e splendeste.
Da voi ci vennero i compagni migliori. Da voi ci venne il soccorso generoso, e la parola più generosa (....) .
Oggi la bontà e la bellezza dell'impresa di Ronchi risfòlgorano, contro la menzogna scornata e contro il tradimento avverato.
Agita oggi la Patria una discordia senza faville, un'ira senza baleni.
Ma i pochi sono sempre fisi alla mèta. E la raggiungeranno. Donec ad metam, come la mattina del 9 agosto 1918.
Questo è il conforto che il messaggero vi reca da Roma per me devotissimo.
Accoglietelo.
Non disperate di noi.
Siate a noi l'esempio, siate a noi la salute.
Siate di noi migliori.
Di qua e di là dellOceano, o fratelli, nella lotta che infuria, nel pericolo che sovrasta, nel buio che acceca, per i migliori è legge il comando Ronchi: "Ciascuno oggi deve dare non tutto di sé ma più che tutto di sé; deve operare non secondo le sue forze ma di là dalle sue forze."
Viva l'Italia!
20 luglio 1921.
Gabriele d'Annunzio

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