21/04/11

Giovanni Paolo II: un mio ricordo

Fra poche ore Papa Giovanni Paolo II sarà beatificato. Mi tornano in mente tutte le immagini che nei giorni della sua morte caratterizzarono Roma con le facce della gente che incontravi e il colore del cielo che era azzurro, ma di un azzurro quasi opaco e poi i mille tratti somatici confluiti da un mondo intero che si incrociavano in ogni strada o piazza della Capitale e intorno a San Pietro, intere vie dove tutti in coda stretti stretti, accalorati, stanchi ma, composti, silenziosi volevano vedere il Papa per l'ultima volta.
In quel periodo lavoravo presso il quotidiano Il Romanista come direttore artistico e il giornale, spiccatamente dedicato alle vicende della squadra giallorossa, in quei giorni che, per il triste evento sembravano immobili, non vendeva molto. Noi comunque dedicammo una importante parte del giornale a quella cronaca così complessa e toccante. E decidemmo di omaggiare la Città e i nostri lettori con un poster dedicato al Papa polacco che sentivamo così vicino e così simile a noi romani. E nella frase scelta per il poster (frase usata proprio dal Papa) individuammo quella che forse è la più efficace per tentare di definire il sentire comune dei calpestatori di sanpietrini: "Semo romani, volemose bene".
Il poster andò in edicola..... e successivamente, in un bar di via Bissolati rimase attaccato in una colonna a specchio per qualche anno. Ma la mia più grande sorpresa fu quando la notte della veglia in Piazza San Pietro arrivò, sul circuito fotografico dell'Ansa, una foto dove si vedevano un gruppo di ragazzi, in preghiera, avvolti nei sacchi a pelo intorno a un cerchio di candele con al centro un'immagine del Papa. Indovinate un po' qual era quell'immagine? Sì, proprio quella. "Semo romani, volemose bene".

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