13/04/11

Piacerò?

Di emancipazione delle donne si parla sempre. Se ne è discusso ieri grazie a protagoniste come Virginia Woolf o Mary Quant (scusate l'accostamento, ma la sintesi è casualmente innocente) e poi, quasi contemporaneamente ai moti studenteschi del '68  quando nasce e si sviluppa anche in Italia il moderno Movimento Femminista.
Se ne parlò in modo molto diffuso anche alla fine del XIX secolo quando, le nuove scoperte, gli inizi delle produzioni industriali negli stabilimenti (fabbriche) e i grandi sogni legati all'avvento del nuovo secolo contribuivano a immaginare anche un salto quasi definitivo verso la parità uomo-donna. 
In seguito sapremo che non sarà così...
E in quel periodo, per sollecitare l'immaginazione di tutti, alcuni pittori si impegnarono a far descrizione in modo anche provocatorio del Tipo femminile che sarebbe scaturito dalla imminente rivoluzione social-sessuale. 
Ecco due esempi ripresi dall'Illustrazione Italiana: il primo del pittore Pietro Saporetti dal titolo "La donna emancipata" , l'artista si cimenta nella descrizione di una ragazza che con gesti, taglio dei capelli, sguardo di sfida e modo di vestire diventa così maschile da incutere quasi timore (fig. in alto); l'altro è del pittore Ernesto Fontana, il titolo è "Piacerò?" (fig. in basso) e come descrizione gustatevi per intero la didascalia del giornale -"La domanda che forma il titolo del quadro ha già ricevuto una risposta dal pubblico dell'Esposizione di Torino (1861) dove il dipinto è stato messo in mostra. Con un viso seducente come quello e sguardi tanto procaci, con quel sorriso, quell'aria risoluta, la piacevolezza e la seduzione del gesto, e quelle spalle e quelle braccia, la bella creatura è più che certa di piacere. Essa formola quella domanda per pura civetteria, pel gesto di rispondere di sì e di pensare a quanti piacerà, e come e sino a quel punto, ed ai giovanotti che la faranno oggetto di arditi attacchi, e alle smanie dei vecchi che le lanceranno delle occhiate piene di risibile entusiasmo"-.
La donna molto femminile con la sua "libertà" di esibirsi, ma che inesorabilmente si espone ai giudizi velati e prurigginosi del redattore della didascalia  e la donna molto maschile  con la sua ipotetica sfida spavalda al sesso forte, in contrapposizione e nella visione di due artisti uomini chiamati a illustrare l'argomento femminismo per un giornale che sapeva di rivolgersi prevalentemente a un pubblico di maschietti.

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