14/06/11

Referendum 2011: gli abbiamo fatto un quorum così!

Referendum 2011,  io, insieme a 25.500.000 altri cittadini abbiamo votato e vinto!
Per carità, siamo contenti quando le nostre scelte vengono premiate e siamo talmente felici che  “bagnarci” di ogni goccia della grande cascata di dichiarazioni che ci cade addossso ci rende felici oltremodo, ma permettetemi ancora qualche considerazione sul voto cha ci ha fatto pronunciare su questioni che riguardano il nostro presente e il nostro futuro.
Sono stato partecipe, testimone, finanziatore e vincitore di quattro altri importanti Referendum che sono lì, come parte fondamentale della storia democratica del nostro amato e grande Paese: Aborto, Divorzio, Nucleare e Finanziamento pubblico ai partiti. E sul nucleare, siccome a qualcuno non era bastato il mio primo categorico NO, a lui, ho dovuto ribadire di nuovo e con forza come la penso, pagando ancora una volta di tasca mia.
Ma questa volta, a differenza delle altre, quando sono entrato nel seggio, ho sentito che c’era qualcosa di diverso. Provo a raccontarvelo:
1 - I COMPONENTI IL MIO SEGGIO 
Al mio seggio erano in tre, un ragazzo di 23 anni, una ragazza di 20 e un signore presumo della mia età.  L'ora, quasi le 14:00 di domenica e in tutto, come presenze, facevamo quattro. I due ragazzi erano al tavolo del riscontro dei documenti e della consegna delle schede referendarie, li saluto, mi rispondono e subito si danno da fare per mettermi in condizione di votare, non solo, ma a voto espletato ho chiesto aiuto per non sbagliare sui colori, vista la mia leggera daltonìa e immediatamente il ragazzo si alza dalla sedia e mi guida, cortese,  dal primo  all’ultimo scatolone (che caro!).  Invece il signore che per l’età sarà stato il Presidente di Seggio, era in un altro tavolinetto e un po’ annoiato scrutava il suo pc portatile, al mio saluto, non ha neanche alzato la testa, l’ha alzata solo per assistere alla scena inusuale del daltonico che chiede aiuto, ma solo per un attimo, poi è tornato a nascondersi dietro quel mini-video. Naturalmente il tutto non è mutato alla mia uscita: saluto di commiato, i ragazzi rispondono e tu, Presidente di Seggio, no.
CONSIDERAZIONI
Sì, caro Presidente di Seggio,  anche io come te ho vissuto di tante elezioni e con il passare del tempo entrambi abbiamo anche visto che per quanto ci siamo dati da fare e sperato di far cambiare questo Paese,  il nostro impegno è servito quasi a nulla. 
Ma fammiti dire due cose : intanto io, nonostante tutto, ancora credo nell’educazione e poi, quei due ragazzi e quello che avevano nei loro occhi... è troppo grande forse per te, ma non per me, ho deciso allora di dedicare il mio voto a loro due e non a te, ho cercato di consegnare la piccola forza delle mie scelte al loro futuro pieno di incognite. A te, invece, solo il mio rammarico di vederti escluso anche da un domani molto prossimo. Infine, complimenti a coloro che si sono resi responsabili di una frattura generazionale così ampia da definirla ormai insanabile. 
2 - LE SCHEDE REFERENDARIE
Mai come questa volta ho sentito vergogna nell’utilizzare una quantità di carta tale da essere sufficiente ad apparecchiare la mia tavola, ma poi per fare che? Per mettere quattro crocette su riquadri con un SÌ o un NO talmente grandi che nel gesto di doverle barrare, ho avuto l’impressione di essere tornato alla scuola elementare quando il nostro rapporto con lo spazio è ancora un mistero e ci fanno scrivere o disegnare tutto in spazi enormi. E il tempo trascorso a tracciare le due linee mi è sembrato eterno e credo lo sia sembrato a tutti, a tutti noi che scriviamo agevolmente su tastiere di computer, che mandiamo messaggi scritti o imput elettronici, con le micro interfacce dei nostri cellulari e dei nostri telecomandi.
CONSIDERAZIONI
Sono uscito chiedendomi: ma coloro che organizzano queste cose sono gli stessi ai quali abbiamo affidato l’interpretazione e la soluzione dei nostri bisogni attuali...? 
Che pena sentirsi coscienti che l’unica risposta possibile è un sì disarmante!
3 - I QUESITI
Ancora, dopo tanti anni, dobbiamo essere messi di fronte al trucchetto del Sì che vale No, ma ormai lo sanno anche i nostri animali domestici e non ci fregano più.  Allora perché non provare a cambiare?
Ma c'è una cosa che non mi va giù, che il SI sia scritto proprio così, senza accento e che, sempre alle elementari, scuola pubblica, ci hanno insegnato che se scrivo SI è pronome personale, avverbio o l’ultima delle sette note musicali, ma se voglio fare una affermazione debbo scrivere SÌ con l’accento.
CONSIDERAZIONI
L’ultima vergognosa prova di chi organizza in questo tempo la nostra vita pubblica e che  sta lavorando al ridimensionamento della scuola pubblica (sì, proprio quella che ci insegna a scrivere “Sì” in  modo esatto) per favorire l’insegnamento privato. 
A voi tutti, dico NO, ma non per dire Sì, ma per dirvi che è arrivata l’ora di togliervi di torno, perché ogni cosa che fate e decidete nel presente protegge il vostro passato e a noi italiani, invece, piace proteggere il presente pensando al futuro di quei due ragazzi.

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